Aracne Edizioni, 115 p., 10 euro
Carla Cirillo raccoglie 12 racconti ispirati ad altrettanti
dipinti di Edward Hopper e così trasforma la luce in parole creando un
complesso ipertesto che rende la scrittura densa e concreta. Alla fine dell'anime “Texnologyze”, i protagonisti
raggiungono un mondo popolato di fantasmi rassegnati e si ritrovano dentro le
opere del grande pittore americano; analogamente in queste pagine il lettore scopre
i sonnolenti paesaggi della periferia e la psicologia di personaggi che
fronteggiano la solitudine con la densità luminosa del Realismo e la malinconia
di Degas. Si tratta di lasciarsi prendere da un tessuto di citazioni che
consentono di penetrare nelle case tranquille, nei locali quasi deserti, nelle
camere che smettono di essere anonime solo per brevi momenti, come luoghi e
non-luoghi impolverati. L'autrice veneta esalta le qualità cromatiche delle
stanze, definendo le ombre (o la loro assenza) con un processo grafico /ottico
che ricorda le fotografie di Erwin Olaf e le esperienze di video-poesia. Le voci narranti confluiscono verso il loro
deus ex machina sottolineando l'aspetto umano e intimo dell'artista. Spazio,
superfici e colori diventano uno spunto per una serie di riflessioni filosofiche
che dimostrano una rara capacità di coniugare la sensibilità letteraria
a una rete di citazioni. Le digressioni si muovono dai classici greci ai mastri
figurativi; dal cinema alla saggistica e, se a volte contribuiscono a dare un
tocco di raffinatezza, in alcuni casi appesantiscono il ritmo generando cesure
troppo marcate. Se volessimo cercare un termine di paragone, potremmo riferirci
al fortunatissimo “L'eleganza del riccio” di Muriel Barbery o a Javier Marías, ma
qui il filo che lega tra loro le storie
d'incomprensione, le scene e i quadri corrispondenti è il Tempo: la successione
cronologica scandita dal calendario segna la variazione dei chiaroscuri e il
susseguirsi delle tappe vissute. Riprendendo la linea concettuale di “Le
mitomani favolose”, questi testi mettono al centro la donna, inserendosi nel
prolifico filone del romanzo al femminile italiano che va da Claudia Priano a
Valeria Parrella.