Ichirô
lavora nel cinema d’animazione ma non è soddisfatto. Sachiko, la sua ragazza, è
coinvolta nei movimenti di protesta e soffre la discriminazione di una società
maschilista. “Elegia in Rosso” è la storia di due rivoluzionari mancati. È un
finissimo romanzo disegnato che racconta il disagio di una generazione, il
passaggio dall’adolescenza all’età adulta e il dissolversi dei sogni che questo
momento comporta. Uscito a puntate tra il 1970 e il 1971, al termine di un
periodo di grandi cambiamenti sociali e politici che investirono tutto il
mondo, s’ispira alle controculture giovanili e alla nouvelle vague francese con
un disegno essenziale e netto, alla base del fumetto adulto giapponese che dà
il massimo nelle tavole grandi d’inizio capitolo. A volte il tratto di Seiichi
Hayashi, uno dei capostipiti dell’avanguardia del manga, è fin troppo semplice
e la trama ne risente diventando scarna, fino quasi a perdere elementi
essenziali. Rimane uno stile sobrio, veloce, tagliato con un gusto
cinematografico intriso di lirismo che, nella più elaborata versione a colori,
ricorda la morbidezza delle stampe ukiyo-e e i disegni di Yumeji Takahisa. Se si cercasse un paragone
contemporaneo, forse la vicenda potrebbe richiamare “Solanin” di Inio Asano per
l’attenzione con cui si sviluppa il rapporto tra due ragazzi alle soglie della
maturità; mentre il gioco di bianco e nero, che accentua soprattutto i vuoti
attraverso l’annullamento degli sfondi, potrebbe essere il punto di partenza di
un nuovo linguaggio espressivo forte e al contempo minimale che ha generato da
un lato le immagini drammatiche del geki-ga e dall’altro le tipiche linee
spigolose del josei per donne. D’altronde
anche i personaggi perdono quasi del tutto la caratterizzazione in favore di un
contesto alienante: sono giovani moderni che risucchiati dalla città. Lo stesso
avviene in molti romanzi di Haruki Murakami e anche nel bellissimo “Bokutte
Nani” di Masahiro Mita, in cui la domanda principale è proprio quella del
titolo che letteralmente significa “Cosa sono io?”.