Einaudi, 170 pp., 19€
Nel 1988, dopo quindici anni di feroce repressione, il Cile
sembra un Paese completamente assuefatto al terrore e alla violenza: i
cittadini sono come “i prigionieri del mito della caverna di Platone” che
potevano guardare solo le ombre delle cose reali. Anche in una situazione così
disperata, la musica e la letteratura conservano il loro potere universale e
hanno ancora la capacità di porre degli interrogativi e di risvegliare l’allegria
assopito nel cuore della gente. Quando l’arroganza della dittatura indice un
referendum pro o contro Pinochet, pochi pensano che la campagna per il No –
trasmessa solo per quindici minuti – abbia qualche possibilità di successo:
sono troppi gli indecisi, quelli che hanno paura delle conseguenze del voto.
Persino il pubblicitario Adrián Bettini non è convinto. Non è possibile che la
formula vincente stia nella semplicità spensierata di un valzer di Strauss
riadattato. L’immaginario collettivo è pieno di ricordi bui che difficilmente
si cancelleranno, ma forse proprio la leggerezza della televisione può far
presa sulle coscienze avvelenate. Sotto le macerie della democrazia, l’amore
può imprimere una nuova direzione agli eventi. Come mostra la bella foto scelta
per la copertina, i giovani sentono la necessità del cambiamento e sono pronti
a spiccare il salto verso la libertà, interpretando il loro ruolo e cercando le
risposte tra le righe dei grandi classici che si studiano a scuola o negli
idoli della cultura pop. Nico Santos e Patricia Bettini sono tra quei ragazzi
che conoscono i frammenti ellenici e leggono Shakespeare e Dante, riscoprendone
l’attualità grazie agli insegnamenti del docente di filosofia e del professore
d’inglese Rafael Paredes; ma nei giorni che precedono il plebiscito, tutto pare sul punto di
precipitare perché la scia di sparizioni e di sangue non accenna a fermarsi. Antonio
Skármeta costruisce con delicata poesia una storia che era inizialmente destata
al teatro e che diventerà la base per il film di Pablo Larraín “No – I giorni
dell’arcobaleno”, anche se nel romanzo lo sguardo degli adolescenti e il loro
bisogno resistere danno un tono diverso alla vicenda, ricordando “L’attimo
fuggente” di Peter Weir.
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