L’AMANTE DEL BOSCO Susan Vreeland
Neri
Pozza Editore, 362 pp, 14.50 €
A
volte un romanzo è un buon pretesto per riscoprire aprire porte inaspettate. È
ciò che avviene con “L’Amante del Bosco” di Susan Vreeland incentrato sulla
figura della pittrice canadese Emily Carr , ispirata dalla maestosità delle
foreste e dalla trascendenza della cultura dei nativi.
Totem Walk at Sikta |
Quando si legge un libro
in cui compaiono personaggi realmente esistiti bisogna sempre considerarlo come
una finzione, senza pretendere la precisione di un resoconto storico. La
scrittura appassionata e appassionata trasmette la potenza dei colori della
tavolozza: pennellate pure, tonalità non scientifiche ma alterate dalla
percezione emotiva, composizioni in cui prevale il movimento. Il gesto creativo
si fonde con l’urgenza comunicativa, mentre le antiche tradizioni delle Prime
Nazioni traduce la vitalità di un mondo minacciato. Attraverso le linee –
squadrate ma fluide – la deformazione che rende l’importanza gerarchica dei
dettagli; grazie ai soggetti e all’alterazione percettiva, l’artista si
trasforma in messaggera, portatrice di della trascendenza. Secondo Walt Whitman
“Il minimo germoglio mostra che la morte non esiste” ed è con questa idea che la
Carr si spinge nei luoghi più remoti di un’affascinante geografia, selvaggia
quanto i Fauves francesi ma animata
da una forza diversa, da un ritmo che nasce dal suo cuore e dal suono dei
tamburi, più vicina al linguaggio
volumetrico del Gruppo dei Sette di Harris, Lismer e Carmichael.
Blue Sky |
Le pulsioni
sensoriali fisiche sono sublimate nel
desiderio di dipingere, fulcro centrale della vita. Nei disegni, negli
acquarelli e sulle tele, l’individuo sembra quasi scomparire di fronte alla
grandezza degli alberi ma in realtà le specie vegetali e i pali totemici
racchiudono un mondo di storie, rappresentando i mutamenti psicologici e i
tratti fondamentali del carattere. I boschi sono fatti di luci e ombre, toni
chiari e toni scuri, saturazioni e contrasti. Tronchi e manufatti indigeni sono
geometrie sconnesse, scosse dai cambiamento atmosferici.
Reforestation |
Incompresa dalla critica ma inevitabilmente legata al lavoro etnografico di Franz Boas con i Kwakiutl del Nordovest, Emily era dolorosamente consapevole di lavorare in un’epoca (tra il 1906 e il 1941) in cui lo sguardo antropologico sulle culture aborigene era asservito all’impresa colonialista.
A Skidegate Beaver Pole |
Susan Vreeland indaga la tensione psicologica derivata da questa situazione in bilico tra la purezza dell’ideale e la necessità, anche narcisistica, di farsi conoscere per denunciare la gravità della situazione. Con l’airosità dei periodi, la sensibilità letteraria traduce le variazioni cromatiche del paesaggio, marcando il passaggio dagli spazi aperti (ma non incontaminati) del Nord America all’ambiente parigino.
Autumn in France |
Emily
cercò, infatti, nuovi orizzonti in Europa e trovò una crescita tecnica ed
emotiva che poi applicò nell’amore panteistico per il territorio.
Grazie alla distorsione iconografica del soggetto lasciando che luoghi e delle piante diventassero icone e metafore dei tratti caratteriali degli individui.
Kitwancool |
Indian Church |
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