È in
corso fino all’8 dicembre al Castello
d’Albertis, la mostra PERCORSI NEL
GHIACCIO – Due giovani ricercatori tra Antartide e Groenlandia.
Le
foto esposte nella saletta dedicata alle esposizioni temporanee mostrano due
modi letteralmente agli antipodi, due modi diversi di intendere la ricerca.
Alessandro Belleli, antropologo laureato all'Università di Genova, ha lavorato
per il più importante archivio fotografico danese sulle popolazioni native
della Groenlandia; Lorenzo Moggio è laureato in Fisica dell’Atmosfera e ha lavorato presso la
stazione di ricerca italo-francese Concordia contribuendo ad alcune importanti rilevazioni sui cambiamenti climatici e sui dati utili a fare
le previsioni meteo. Il
primo osserva l’umanità; il secondo studia l’ambiente che ci circonda in un
luogo isolato, lontano da qualsiasi insediamento, irraggiungibile dall'esterno per i nove mesi di un
rigidissimo inverno a -85° .
La
cifra che accomuna le due serie di immagini è il modo di decifrare il paesaggio
traendone un’impensata bellezza e una nuova dimensione di comunanza e di
interesse scientifico.
Visto
il tema quasi sconosciuta ai più, la conferenza inaugurale è davvero
appassionante. Il tono calmo di Alessandro e la musica di Nive Nielsen –
un’artista groenlandese di grande successo internazionale – trasportano il pubblico in un’atmosfera
rarefatta, magica, in cui il sole di mezzanotte proietta ombre arancioni sulle
dune di sabbia e ghiaccio.
Kangerlussuaq (o Sondrestorm) è un’ex base
militare americana, ufficialmente dismessa con la fine della Guerra Fredda, ma
che porta ancora i segni del suo passato – coloniale prima; militare poi. Oggi
le casette modulari ridanno falso colore a un panorama brullo e bianco che
ricorda paradossalmente l’Arizona e nel quale le distanze enormi hanno
modellato una differente concezione dei rapporti interpersonali: per andare da
un posto all'altro è spesso necessario prendere l’aereo; gli status sociali
imposti dalla logica commerciale occidentale hanno indotto bisogni inediti,
annullando i valori dell’educazione tradizionale e creando un forte divario tra
le classi. A Sisimiut – seconda città della Groenlandia – il passaggio dall'antico modello di valori
allo stile di vita occidentale è molto più evidente perché i suoi 5.600
abitanti hanno sviluppato una concezionale urbana, che tende a marginalizzare i
costumi tradizionali.
Il
collegamento via Skye con Lorenzo Moggio, impegnato a Roma nell'addestramento di preparazione alla 30° spedizione in Antartide ha un effetto ancora più
straniante sulla platea rapita. La curiosità va tutta alla descrizione dei
gesti meticolosi che servono a portare a termine i compiti più semplici: cambiare
una lampadina, cucinare, sostituire un cavo rovinato; e poi naturalmente fare
la manutenzione della strumentazione metrologica …. Sembra di sentire Samantha
Cristoforetti che parla del suo addestramento speciale per andare sulla Luna. E
in effetti i paesaggi fotografati da Moggio hanno qualcosa di selenico, incantato
e lontano: le luci verdi che illuminano i due cilindri della base ricordano una
versione spaziale delle “Mille e Una Notte” mentre i globi sonda che misurano
le variazioni dell’atmosfera hanno l’aspetto di piccoli satelliti, leggeri e
luminosi.
È
affascinante ma difficilissimo seguire il discorso puramente scientifico, i
dati snocciolati con competenza e fervore e, anche se Lorenzo cerca di
coinvolgere tutti riportando esempi e aneddoti, la maggior parte delle domande
si concentrano sul quotidiano di una realtà completamente aliena, che rischia
di diventare alienante nel trascinarsi dei giorni, nonostante ai ricercatori
siano offerte tutte le comodità.
Coniugare
queste due esperienze, il Nord e il Sud, porta a interrogarsi sull'emergenza ecologica
e l’interazione tra il fattore ambientale e le comunità umane che abitano il
territorio.
Al
Nord, lo scioglimento dell’Ice Cap ha reso sottile la calotta e ha modificato
le abitudini di vita delle popolazioni locali. Ma i cambiamenti ecologici sono
solo una concausa del progressivo slittamento culturale verso standard
scandinavi e statunitense.