Iperborea, 501 pp., 19 €
Oggi parliamo spesso di “Europa unita” ma continuiamo a non
conoscere i nostri vicini. Le neo-ammesse Repubbliche Baltiche sono l’ultima
frontiera prima del blocco russo e per noi sono solo un vago mistero, luoghi
suggestivi ma in fondo grigi. Il viaggiatore e biografo olandese Jan Brokken ci
dimostra che non è così: Estonia, Lettonia e Lituania hanno sempre avuto un
panorama vivacissimo e vario.
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Mikhail Einstein - Riga |
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Tallinn |
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Vilmius |
Nel suo tour, lo scrittore riscopre e ci regala
grandi personaggi che su quelle terre fredde si sono formati: Hannah Arendt e
Romain Gary, Arvo Pärt e Mark Rothko; e poi tanti altri che si sono incrociati
senza toccarsi in quel puzzle d’identità linguistico-culturali nato da
molteplici influenze, con la Germania e la Polonia da un lato e l’Unione
Sovietica dall’altro e l’ebraismo come tratto comune.
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Hannah Arendt |
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Arvo Part |
http://youtu.be/tdoafPTSQpE
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Mark Rothko |
Ci sarebbe abbastanza materiale
per un romanzo ricco d’avventure ma “Anime Baltiche” non è una storia di
fiction quanto piuttosto un intreccio corale di voci reali. Come un Chatwin del
Nord con più talento narrativo e meno supponenza, l’autore ripercorre i
sentieri del passato per riportare aneddoti e frammenti che molti hanno
dimenticato, nomi cambiati decine di volte nel corso dei secoli e che sono
stati relegati ai margini della Storia ufficiale. Ci si sposta su una cartina
che, per noi occidentali, resta confusa ma ogni ritratto ha un fascino che
rende umani i protagonisti, mettendo al contempo in luce il senso di frattura
che aleggia, perché sembra che gli anni della diaspora e poi la repressione
così incredibilmente vicina abbiano rinforzato il senso di appartenenza di
questi popoli.
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