CRIMINALI
DA STRAPAZZO è un film del 2000 firmato Woody Allen.
Niente di nuovo. Ray (Woody Allen) è un ladro che vuole continuare la sua
“carriera” e progetta di rapinare una banca scavando un tunnel usando un
negozio di biscotti come copertura ma la ricetta della moglie Frenchy (Tracey
Ullman) ha un enorme successo e, mentre il colpo va a monte, la coppia diventa
ricca con una produzione dolciaria in franchising. Niente di nuovo (Non c’era qualcosa di simile
addirittura con Totò?. Tutto si regge quindi sulla comicità del duo Allen
/Ullman che in America è sinonimo di sicure risate – tanto da avergli fatto
aggiudicare il National Sociaty of Critics Award. Il film è indubbiamente
brillante, ricco di sarcasmo. Ray e Frenchy sono i classici parvenue, nuovi borghesi
con una casa troppo kitsch e vestiti troppo vistosi. Frenchy su accorge del gap
culturale e si affida al mercante d’arte e mecenate spiantato in cerca di denaro David (Hugh Grant – che come al solito
è più bello che espressivo!) per affinare il vocabolario e farsi dare qualche lezione
d’arte, musica, teatro, letteratura e persino gastronomia … per poi completare
la formazione in Europa, ma tutto precipita quando lei scopre di essere stata
truffata. I contabili hanno lasciato un mare di debiti e la Sunset Interprise
deve dichiarare bancarotta.
Ray intanto ha tentato un nuovo colpo
con la complicità della cugina di Frances, May (Elaine May – altra spalla
comica d’eccezione, esilarante nel ruolo della svampita).
Una piccola nota sull’arte all’interno del
film: tutti i riferimenti citati sono corretti tranne quello a Damon Dexter una
presunta scoperta di David Grant. Ci si potrebbe divertire a scrivere un
commento sui quadri astratti di questo autore dalle pennellate decise e
materiche che, con una scelta cromatica limitata, avvicina il pubblico all’essenza
della natura trasmettendone al contempo l’urgenza fenomenologica.
Altra parentesi interessante riguarda la
traduzione del titolo originale, SMALL-TIME CROCKS con “Criminali da Strapazzo”
quando forse la versione più letterale sarebbe stata qualcosa come “Le bugie
hanno le gambe corte”, anche se sarebbe stata di minor impatto. In ogni caso si perde l'assonanza tra "crocks" (bugie, sciocchezze) e "cookies" (biscotti)
Pur conservando l’osservazione della
società statunitense tipica dei film di Allen, questa pellicola non ha pretese
di spessore toccando invece buoni livelli di comicità.