RUTH E ALEX è una
splendida commedia diretta da Richard Loncraine. Alex (Morgan Freeman) è un
artista di settant’anni. Passeggia nel suo quartiere e ne gusta i piccoli riti,
i luoghi, le persone. Tuttavia qualcosa sta cambiando: la civiltà del nuovo
millennio porta supermercati biologici e Apple Store, la gestione di una
galleria d’arte equivale a quella di un’impresa con il curatore come
amministratore e i protagonisti si ritrovano anziani. È sempre più difficile
fare le scale e così i due decidono di vendere l’appartamento attraverso l’agenzia
della nipote Lily che organizza una “visita libera” proprio nel giorno in cui
un allarme terrorismo blocca il ponte che porta a quella zona della città; ma
nulla ferma il mercato – nonostante la Crisi – e la casa si riempie di gente. Alcuni
sono solo curiosi, altri fanno un’offerta scatenando un balletto di cifre senza
considerare il valore sentimentale di ciascuna stanza. I ricordi di Alex
tornano a galla mentre guarda i propri quadri e la vista dalla finestra del suo
studio. “Forse io e Ruth abbiamo avuto tutte le viste della nostra vita. Forse le
viste sono per i giovani che hanno qualcosa da guardare.” dice lui, ma il
vissuto entra in ogni momento arricchendolo di significato anche nel presente.
Quarant’anni prima aveva dipinto un nudo usando Ruth (Diane Keaton) come modella. Per il
tratto e la scelta cromatica, è un’opera in bilico tra Espressionismo e
Realismo mentre i paesaggi hanno qualcosa del Precisionismo industriale
americano di Earle, influenzate dall’insieme armonico di palazzi e ciminiere che
si nota oltre il davanzale. Poi si dedicherà a un ultimo ritratto, quello della
moglie di adesso e gli edifici saranno lo sfondo per il suo personale progetto
di “urban farming” con le paintine di pomodoro i cui frutti costano circa nove
dollari l’uno! Mentre la loro cagnolina si trova all’ospedale veterinario –
condividendo il destino dei padroni – anche
la coppia partecipa a una visita, per cercare un posto nuovo che non sia a
milioni di miglia dal loro mondo e prendere in mano la situazione – il che
significherà restare ancora per un po’ nella vecchia casa, annullando le
trattative. Variando gli scenari, si ripresentano gli stessi personaggi: la
scrittrice e la bambina con la madre che prova camere da letto e soggiorni
luminosi. La luce e la metropoli sono aspetti fondamentali del film perché
attraverso gli occhi di Alex (e quelli di Ruth) il globale si riduce a locale
dando vita a ciò che i sociologi hanno chiamato “glocale” fino all’estrema propaggine
rappresentata dalla caccia all’uomo contro il sospetto terrorista musulmano. Dall’11
settembre, negli U.S.A. resta una paura connaturata del diverso che spinge a
dipingere come mostri tutti coloro che appartengono a una differente comunità. Nella
pellicola, questa frattura culturale è messa in parallelo con quella degli anni
Settanta statunitensi, nei quale in molti stati i matrimoni misti erano
illegali o erano guardati con diffidenza.
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