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Natalia Gonchalova |
Pensare liberamente è un po’ come uscire
dai limiti del proprio corpo
L’originalità non è altro che un’abile
imitazione
Ogni cosa è necessariamente contenuta entro
certi limiti e l’atteggiamento degli uomini verso i confini è ciò che definisce
la loro libertà
Il suo sviluppo interiore era stato
bloccato da qualcosa, qualcosa che lo infettava
Il talento si rivela e funziona solo se
sostenuto da un’enorme concentrazione fisica e mentale. Ma basta che da qualche
parte nel cervello una vite si allenti o che qualcosa nel corpo si spezzi e la
concentrazione svanisce come brina al sole (p. 63)
Le persone, tutte quante, hanno un colore
(p. 65)
Ebbe l’impressione che una dimensione
temporale ormai superata venisse a riempire lo spazio intorno a lui (81)
Poi, come quando si scrive un piccolo
appunto ai margini di una pagina, aggiunse:
… (98)
Eppure veder sbiadire e poi dissolversi
poco per volta qualcosa che un tempo aveva avuto un significato tanto grande,
era devastante (126)
La funzione della stazione cambia insieme
alla società (131-32)
La maggior parte della gente a questo mondo
non ha difficoltà a seguire gli ordini. Al contrario; è felice di venir
comandata (135) → Sweet Dreams
Penso che la verità sia come una città
sepolta. Ci sono casi in cui con il passare del tempo si accumula sempre più
sabbia e altri in cui la sabbia viene soffiata via e tutto torna alla luce
(138)
Il talento è come un recipiente: per quanto
uno si sforzi non riuscirà a cambiarne
le dimensioni (140)
Non avevamo il coraggio di staccasi dal posto
dove eravamo cresciuti e di separarci dai nostri amici del cuore con cui
andavamo tanto d’accordo. Non eravamo in grado di lasciarci alle spalle quel
nido accogliente (141)
Ebbe come la sensazione che l’aria nella
stanza cambiasse natura. Come se l’appartamento avesse una volontà propria. In
grado di alterare la sua percezione del vero e del falso (164).
La gente non rimaneva ferma, la gente
cambiava ogni giorno (167).
Che la forza sia con te! Vedrai che non
sarai da meno dei salmoni (171).
Aveva la sensazione che del liquido si
diffondesse nel suo petto come una calda emorragia (173) [ …] e per un po’ si
abbandonò a quella dimensione di dolore come quando si galleggia facendo il
morto in acqua [con] la tristezza di chi è stato abbandonato da solo sul fondo
di un pozzo.
Come se innumerevoli granelli di polline
fossero venuti a posarsi sopra una creatura invisibile che si nascondeva
nell’aria, facendone emergere la forma segreta (175).
Era piuttosto il ricordo di un dolore
intenso (175).
Proprio perché dentro di me non ho nulla,
alcune persone, magari anche solo per un breve periodo hanno notato la mia
presenza. Come solitari uccelli notturni che trovano sotto il tetto di una casa
abbandonata un riparo sicuro dove riposare durante il giorno, una cavità quieta
e buia dove riposare. [ … ] Per qualche istante riuscì ad assaporare la
malinconica dolcezza [del sonno]. Anche di questo, per un attimo, quella sera
si sentì grato. Nel sonno sentì il verso di un uccello notturno (176).
… Ineffabile
odore di nostalgia (178).→ I miss the comfort
of being sad. Uno stormo di
uccelli neri si spostava da un tetto all’altro come un’onda sul bagnasciuga.
Nelle vite di tutti noi
ci sono cose troppo complesse per essere spiegate, in qualsiasi lingua (183).
Il cuore umano è come un uccello notturno
(186).
La luce, come un vecchio ricordo
impossibile da cancellare, riusciva a infiltrasi attraverso qualche fessura
(187) [ …] era uno sfuggente miscuglio di realtà e irrealtà, qualcosa che
poteva nascere solo in luogo oscuro e ignoto a tutti.
Non si voltò mai
indietro. Come un dio della morte che avesse mostrato a un defunto il cammino
verso il regno delle tenebre (192).
Quella sensazione di
irregolarità e ruvidezza comunicava serenità. Come quando si sta seduti nella
veranda a guardare le nuvole che attraversano il cielo (197).
Il compito dello sfondo
era proprio mettere in risalto le decorazioni (198).
Ci sono cose al mondo che
solo la figura di una donna può trasmettere (200).
Continuo a portarmi
dentro l’angoscia che ho provato nel vedere la mia esistenza negata
all’improvviso, nel vedermi gettato nel mare buio, solo e senza sapere il
perché (206). → Il Signore degli Orfani
C’è un genere di sogni
che è più forte della realtà (210).
Era una storia
insopportabilmente triste. Come la pioggia fredda che quella notte aveva
continuato a cadere fino all’alba (216).
… I loro pensieri inespressi erano pesanti e
solitari come un antico ghiacciaio che scava la terra per creare un lago
profondo (216).
Il tempo trascorso era
diventato una lunga lancia acuminata che trafiggeva il cuore. Un silenzioso
dolore argentato che venne a trasformare la sua spina dorsale in un duro palo
di ghiaccio (217).
A unire il cuore delle
persone non è soltanto la sintonia dei sentimenti. I cuori delle persone
vengono uniti ancora più intensamente dalla ferite. Sofferenza con sofferenza.
Fragilità con fragilità. Non c’è pace esente da grida di dolore, non c’è
perdono senza sangue sparso sul terreno, non c’è accettazione che non nasca da
una perdita (218).
… Come danzatori fermi in
una posa, si tenevano abbracciati abbandonandosi allo scorrere del tempo. un
tempo dove si fondevano il passato e il presente, e forse anche il futuro
(219).
Non ho un’identità [ …]
sono incolore. Da sempre mi sento poco più che un guscio vuoto. Come
recipiente, può darsi che abbia una forma soddisfacente, ma dentro non ho nulla
che si possa veramente definire un contenuto (227). […] «Supponiamo pure che tu
sia un contenitore vuoto. E allora?» fece Eri « In tal caso puoi essere un
contenitore magnifico» (228)
Quando comincio a
riflettere su me stesso, su quello che sono mi sento perduto come un tempo,
anzi peggio (228).
Devi trovare il coraggio
che serve per vivere (231).
Il verde profondo
dell’estate finlandese → Tomas Transtörmer; Jean Sibelius
Tsukuru si sentì invadere da una tristezza che si
dileguava in lui come l’acqua di un lago. Una tristezza informe e trasparente.
Una tristezza tutta sua ma allo stesso tempo lontana, irraggiungibile (231).
Nel profondo del suo corpo c’era qualcosa di freddo e duro: una specie di grumo
di terra gelata che per tanti anni non si era mai sciolto (231-32).
Sperò nel profondo del cuore che Eri non venisse rapita
dagli gnomi cattivi → Little People,
kamikakushi.
Perdersi era una sensazione piacevole (233).
Sul magnifico pianoforte a coda, i tasti bianchi erano di
un bianco assoluto, i tasti neri diun nero altrettanto assoluto (238) → D-Gray
Man;: Soul Eater / In quel luogo, tutto era nelle gradazioni del bianco e del
nero, non si vedevano altri colori (239).
Saper plasmare quel vasto mare, interpretare quel groviglio di note e
trasformarlo in musica →zangolatura hindu del mare (239).
L’ispirazione trafiggeva il suo corpo con la forza di un
fulmine in un pomeriggio estivo (239).
Ho capito che anche alle
quattro del mattino il tempo scorre come sempre → After the Dark (243). Ma fra
poco farà giorno. Gli uccelli cominceranno a cantare → Giraviti; Sora wo oto.
Nelle ore di punta [la
stazione] si riempie di un mare di persone. Un mare che schiumeggia, s’infuria,
scorre, intasando entrate e uscite → De André: Tonnara di Passanti
. …. Flussi di gente che
si sposta / Un’infinità d’informazioni →Person of Interest …. Non c’è profeta,
per quamto grande, che possa dividere in due quel selvaggio mare in tempesta [
…] Non esistono stazioni che mettano di buon umore (244). Tutte le persone
fotografate guardavano in bassi e avevano un’espressione cupa, priva di vita,
come i pesci messi in una scatola → Vaso per polpi; Miyazaki: stazione di Fondo
di Palude→ Boccioni
Le considerazioni
astratte non gli erano richieste. Ciò che volevano da lui era soltantoo una
precisa, provata efficienza (246).
Tutte quelle persone
stavano per prendere il rapido notturno e andare in qualche posto lontano,
pensò Tsukuru con una certa invidia. Per lo meno avevano una meta (249) Tazaki
Tsukuru non aveva una meta. Nella sua vita, questo, era una sorta di assioma. Non
aveva un posto dove andare ma neanche un posto dove tornare. → FullMetal Alchemist. Non l’aveva mai
avuto né l’aveva adesso. L’unico posto, per lui, era quello in cui si trovava
di volta in volta (250) → Hic et Nunc /zen.
Quello che [i suoi
famigliari] cercavano nel figlio e nel fratello era la vecchia immagine di lui,
l’immagine che Tsukuru aveva gettato via ritenendola inutile. (251)
Conduceva una vita regolare,
tranquilla e prudente: come un esule (251). Aveva l’impressione di trovarsi lì in
esilio, espulso dalla propria vita.
Gli anni gli erano
passati accanto come una brezza gentile (251). Senza procurargli ferite né
dolori, senza dargli forti sensazioni, senza lasciargli nessun ricordo felice
(251).
[Eri] aveva scelto di sua
volontà quel mondo nuovo che era per lei la Finlandia (251).
A quell’epoca, aveva l’impressione
che, se sifosse fermato a guardare nel profondo di se stesso, il suo cuore
avrebbe smesso di battere. Sarebbe bastato che si concentrasse intensamente su
un solo punto per infliggere al suo cuore una ferita mortale, come si dà fuoco
alla carta concentrandovi sopra i raggi del sole con una lente. Era quello a
cui aspirava. Ma contrariamente alla sua volontà anche dopo molti mesi il suo
cuore non si era fermato. Il cuore umano non si ferma con tanta facilità
(254-255).
Il paradiso prima o poi
lo si perde (255).
Probabilmente i nervi di
Shiro non avevano retto all’attesa opprimente di quella fine annunciata (255).
Non era in grado di
sopportare delle relazioni umane non tanto strette da richiedere il continuo
controllo delle emozioni (256).
No, pensò, non sono né tranquillo
né cool e non seguo il mio ritmo. È soltanto una questione di equilibrio. Sono semplicemente
abituato a distribuire il peso che mi porto addosso (256).
I suoi seni fecondi
avevano la consistenza della vita che continua (257).
Mentre inseguiva quelle
immagini, di nuovo provò il dolore che sempre i ricordi gli causavano (257).
Un silenzio profondo,
denso di implicazioni (258).
[Una serie di figure]
nasceva dal margine buio della coscienza. Attraversavano senza far rumore la
luce della consapevolezza, e venivano inghiottite all’estremità opposta, come
un microorganismo dai contorni confusi che taglia in diagonale il campo visivo
di un microscopio (258).
In certi casi è
necessario sacrificare qualcuno. E qualcuno deve assumersi il ruolo della
vittima. Inoltre il corpo umano è fragile, vulnerabile, e quando viene ferito,
sanguina. [ …] Non c’è molta differenza rea morire realmente o metaforicamente
(259).
Se Sara avesse scelto
lui, Tsukuru le avrebbe chiesto seduta stante di sposarlo. In modo da non
smarrirsi in fondo al bosco, da non venir rapito dagli gnomi cattivi → Kafka
sulla Spiaggia; Full Metal Alchemist: Principio dello Scambio Equivalente (260).
L’ultimo barlume della
sua coscienza venne inghiottito in fondo alla notte, perse velocità diventando
sempre più piccolo finché sparì, come l’ultimo treno che si allontana sui
binari. Rimase soltanto il suono del vento tra le betulle del bosco (260:
excipit).
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Isaak Il'ic Levitan |