mercoledì 11 settembre 2013

I GIORNI DELL'ARCOBALENO Antonio Skármeta / Pablo Larraín


Einaudi, 170 pp., 19€

 
Nel 1988, dopo quindici anni di feroce repressione, il Cile sembra un Paese completamente assuefatto al terrore e alla violenza: i cittadini sono come “i prigionieri del mito della caverna di Platone” che potevano guardare solo le ombre delle cose reali. Anche in una situazione così disperata, la musica e la letteratura conservano il loro potere universale e hanno ancora la capacità di porre degli interrogativi e di risvegliare l’allegria assopito nel cuore della gente. Quando l’arroganza della dittatura indice un referendum pro o contro Pinochet, pochi pensano che la campagna per il No – trasmessa solo per quindici minuti – abbia qualche possibilità di successo: sono troppi gli indecisi, quelli che hanno paura delle conseguenze del voto. Persino il pubblicitario Adrián Bettini non è convinto. Non è possibile che la formula vincente stia nella semplicità spensierata di un valzer di Strauss riadattato. L’immaginario collettivo è pieno di ricordi bui che difficilmente si cancelleranno, ma forse proprio la leggerezza della televisione può far presa sulle coscienze avvelenate. Sotto le macerie della democrazia, l’amore può imprimere una nuova direzione agli eventi. Come mostra la bella foto scelta per la copertina, i giovani sentono la necessità del cambiamento e sono pronti a spiccare il salto verso la libertà, interpretando il loro ruolo e cercando le risposte tra le righe dei grandi classici che si studiano a scuola o negli idoli della cultura pop. Nico Santos e Patricia Bettini sono tra quei ragazzi che conoscono i frammenti ellenici e leggono Shakespeare e Dante, riscoprendone l’attualità grazie agli insegnamenti del docente di filosofia e del professore d’inglese Rafael Paredes; ma nei giorni che precedono  il plebiscito, tutto pare sul punto di precipitare perché la scia di sparizioni e di sangue non accenna a fermarsi. Antonio Skármeta costruisce con delicata poesia una storia che era inizialmente destata al teatro e che diventerà la base per il film di Pablo Larraín “No – I giorni dell’arcobaleno”, anche se nel romanzo lo sguardo degli adolescenti e il loro bisogno resistere danno un tono diverso alla vicenda, ricordando “L’attimo fuggente” di Peter Weir.
 
 
http://youtu.be/6l9QksdCfV0



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