giovedì 9 ottobre 2014

PERCORSI NEL GHIACCIO – Due giovani ricercatori tra Antartide e Groenlandia.






È in corso fino all’8 dicembre al Castello d’Albertis, la mostra PERCORSI NEL GHIACCIO – Due giovani ricercatori tra Antartide e Groenlandia.
Le foto esposte nella saletta dedicata alle esposizioni temporanee mostrano due modi letteralmente agli antipodi, due modi diversi di intendere la ricerca. Alessandro Belleli, antropologo laureato all'Università di Genova, ha lavorato per il più importante archivio fotografico danese sulle popolazioni native della Groenlandia; Lorenzo Moggio è laureato in Fisica dell’Atmosfera e ha lavorato presso la stazione di ricerca italo-francese Concordia contribuendo ad alcune importanti rilevazioni sui cambiamenti climatici e sui dati utili a fare le previsioni meteo. Il primo osserva l’umanità; il secondo studia l’ambiente che ci circonda in un luogo isolato, lontano da qualsiasi insediamento, irraggiungibile dall'esterno per i nove mesi di un rigidissimo inverno a -85° .
La cifra che accomuna le due serie di immagini è il modo di decifrare il paesaggio traendone un’impensata bellezza e una nuova dimensione di comunanza e di interesse scientifico.

Visto il tema quasi sconosciuta ai più, la conferenza inaugurale è davvero appassionante. Il tono calmo di Alessandro e la musica di Nive Nielsen – un’artista groenlandese di grande successo internazionale  – trasportano il pubblico in un’atmosfera rarefatta, magica, in cui il sole di mezzanotte proietta ombre arancioni sulle dune di sabbia e ghiaccio.
 Kangerlussuaq (o Sondrestorm) è un’ex base militare americana, ufficialmente dismessa con la fine della Guerra Fredda, ma che porta ancora i segni del suo passato – coloniale prima; militare poi. Oggi le casette modulari ridanno falso colore a un panorama brullo e bianco che ricorda paradossalmente l’Arizona e nel quale le distanze enormi hanno modellato una differente concezione dei rapporti interpersonali: per andare da un posto all'altro è spesso necessario prendere l’aereo; gli status sociali imposti dalla logica commerciale occidentale hanno indotto bisogni inediti, annullando i valori dell’educazione tradizionale e creando un forte divario tra le classi. A Sisimiut – seconda città della Groenlandia  – il passaggio dall'antico modello di valori allo stile di vita occidentale è molto più evidente perché i suoi 5.600 abitanti hanno sviluppato una concezionale urbana, che tende a marginalizzare i costumi tradizionali.

Il collegamento via Skye con Lorenzo Moggio, impegnato a Roma nell'addestramento di preparazione alla 30° spedizione in Antartide ha un effetto ancora più straniante sulla platea rapita. La curiosità va tutta alla descrizione dei gesti meticolosi che servono a portare a termine i compiti più semplici: cambiare una lampadina, cucinare, sostituire un cavo rovinato; e poi naturalmente fare la manutenzione della strumentazione metrologica …. Sembra di sentire Samantha Cristoforetti che parla del suo addestramento speciale per andare sulla Luna. E in effetti i paesaggi fotografati da Moggio hanno qualcosa di selenico, incantato e lontano: le luci verdi che illuminano i due cilindri della base ricordano una versione spaziale delle “Mille e Una Notte” mentre i globi sonda che misurano le variazioni dell’atmosfera hanno l’aspetto di piccoli satelliti, leggeri e luminosi.


È affascinante ma difficilissimo seguire il discorso puramente scientifico, i dati snocciolati con competenza e fervore e, anche se Lorenzo cerca di coinvolgere tutti riportando esempi e aneddoti, la maggior parte delle domande si concentrano sul quotidiano di una realtà completamente aliena, che rischia di diventare alienante nel trascinarsi dei giorni, nonostante ai ricercatori siano offerte tutte le comodità.

Coniugare queste due esperienze, il Nord e il Sud,  porta a interrogarsi sull'emergenza ecologica e l’interazione tra il fattore ambientale e le comunità umane che abitano il territorio.

Al Nord, lo scioglimento dell’Ice Cap ha reso sottile la calotta e ha modificato le abitudini di vita delle popolazioni locali. Ma i cambiamenti ecologici sono solo una concausa del progressivo slittamento culturale verso standard scandinavi e statunitense.


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