mercoledì 14 gennaio 2015

L'ESTATE IN CUI ACCADE TUTTO Bill Bryson

 Guanda, 553 pp., 19,50 €


Sembra che ci siano anni pervasi da una strana forza creatrice, una corrente che potremmo definire “energia situazionale” che fermenta facendo incontrare i grandi personaggi, tutti sulla stessa scacchiera. Negli Stati Uniti, l’estate del 1927 è uno di questi momenti unici. Recentemente poi, la figura di Charles Lindbergh e il sogno del volo hanno conquistato il mondo dell’arte narrativa assumendo varie forme: il libro di Bill Bryson è tanto storicamente documentato quanto “Transatlantic”di Colum McCann è avventuroso e “La Moglie dell’Aviatore” di Melanie Benjamin è rosa. Con “L’Estate in cui Accadde Tutto”, l’autore ci guida in una carrellata di aneddoti, fatti e persone sempre sopra le righe che hanno modificato profondamente il volto dell’America e di tutto l’Occidente. Tornando sempre alla figura romantica  e frustrata del pilota di Saint Louis, ciascun capitolo analizza un elemento del costume sociale degli Anni Ruggenti: il baseball e la boxe; la rivoluzione dei trasporti e i prodromi della crisi finanziaria; la letteratura e il cinema … Il lettore può quindi procedere in maniera lineare, per avere un quadro d’insieme, oppure dedicarsi soltanto alcuni aspetti ma troverà sempre qualche spunto indimenticabile e storie talmente incredibili che sopravanzano la fiction. L’effetto finale è quindi ambivalente: se l’estrema accuratezza della ricerca è senz’altro ammirevole, a volte rischia di diventare troppo puntigliosa, specie nei passaggi più tecnici. Nato in Iowa ma residente in Inghilterra, lo stile del giornalista coniuga il meglio delle due impostazioni anglosassoni  in un racconto ironico e sottile. 

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