martedì 17 marzo 2015

IN ALTRE PAROLE Jhumpa Lahiri


Guanda, 148 pp., 14 €

Jhmpa Lahiri è una delle migliori voci del panorama statunitense contemporaneo ma in questa raccolta di riflessioni si presenta per la prima volta nella veste inedita di scrittrice in italiano. L’innamoramento e di avvicinamento alla nostra lingua è un pellegrinaggio alla scoperta di una terra vergine, in cui si distinguono stelle-guida sconosciute. Il processo la lascia con alcuni importanti numi tutelari (Pavese, Moravia, Quasimodo e Saba) ma senza gli strumenti del cesello letterario, consentendole di ritrovare il piacere primitivo di confrontarsi con le parole in maniera imperfetta e con un approccio quasi fisico alla sfida. Le metafore che legano lo sforzo pratico alla produzione narrativa sono molto frequenti. Basti pensare a “L’Arte di Correre” di Haruki Murakami in cui la disciplina della pagina è paragonata al podismo; e risalendo la scala dei riferimenti più alti ci s’imbatte in autori che si sono cimentati con il distacco dalla propria madrelingua. Da Conrad a Pessoa, che si rifugiava nel lido sicuro del portoghese per reinventare se stesso fino a Michela Marzano, che ha avuto bisogno della prospettiva esterna del francese per affrontare i suoi problemi personali e trovare risposte. Perché ogni struttura semantica crea una particolare dimensione e connessioni diverse attraverso le quali leggere la realtà. Nel triangolo che unisce Calcutta, New York e Roma, rimangono le da superare le difficili distanze dello stereotipo. In questi articoli incontriamo un’alterità spaesata ma tenace, fresca e piacevolissima che promette di crescere e di toccare sponde inaspettate.

Nessun commento:

Posta un commento