martedì 4 agosto 2015

IO & ANNIE


 
 
“IO & ANNIE” è forse il film più famoso di Woody Allen. E a ragione.

La battuta è tutta affidata alla sagacia di un sottile umorismo ebreo che rispecchia la realtà della classe media newyorkese. C’è però la squisita variante del protagonista che esce da sé e trascina lo spettatore nel racconto.

Visto in retrospettiva, nel ciclo dedicato agli anni Settanta, il colore è particolarmente interessante se rapportato all’ambientazione e si dovrebbe quindi confrontare con quello di altre commedie del genere come ad esempio “Autumn in New York” con Richard Gere e Winona Ryder.

I passaggi narrativi sono trasversali, tagliando il tempo e lo spazio in due sezioni che potremmo definire “Prima di Annie” e “Dopo Annie”. Alvy Singer è un comico da night club che viene lasciato dalla fidanzata, Annie Hall, dopo una relazione di un anno. Ripensare alle fasi del loro amore è come ripercorrere in chiave psicanalitica un momento della vita, rivalutando anche il “prima” ossia il matrimonio con Allison, mentre un’altra prospettiva – lo schermo si divide a metà quando i due parlano contemporaneamente con i loro terapisti – consente di vedere le cose dal punto di vista che dovrebbe essere sarcasticamente femminile ma risulta in effetti umoristico come le gag di Migone con Claudio Bisio ai bei tempi di Zelig ( e il nome del programma è un chiaro omaggio ad Allen!)

I cognomi non possono essere casuali: Hall come ingresso in un mondo diverso, quello delle donne ma anche quello della cultura medio-borghese; Portchnik a idicare un’origine immigrata probabilmente dall’Europa dell’Est oltre a voler ricalcare un suono buffo come la città di Pokipisie nel distretto di New York serviva da mantra rilassante a John nella serie “Ally McBeal”; Singer non tanto e non solo come “cantante” – che è l’occupazione di lei e non di lui – quanto come tipico cognome che non lascia dubbi sull’origine ebrea del personaggio.

Ottima l’interpretazione di Diane Keaton, che dovrò seguire in Ruth e Alex per trovare una pietra di paragone, e che ha vinto un Golden Globe come miglior attrice sotto la regia da Oscar di Allen.
 
 

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