giovedì 19 giugno 2014

LA NOSTALGIA FELICE Amélie Nothomb





Dopo “Barbablù”, colta favola sul piacere sensoriale, Amélie Nothomb torna a un genere che le è particolarmente congeniale: il journal intime. In queste pagine, l’autrice visita il Giappone dopo sedici anni di assenza e riscopre i luoghi dell’infanzia e dell’adolescenza, profondamente mutati dal corso del tempo. La realtà e la memoria si sovrappongono in un quadro d’insieme che spesso lascia spiazzati, mostrando i segni delle tragedie personali e naturali che definiscono la geografia del territorio, con il fantasma di Fukushima a marcare il presente. Lontano dall’aspetto tangibile, il Sol Levante deposita nel cuore una serenità, una “Nostalgia Felice” che dà origine a una narrazione così privata da sembrare inavvicinabile. Tuttavia, la scrittrice belga riesce sempre nell’arduo compito di “raccontare l’indicibile” con le sue piccole epifanie, attraverso il dono della brevità di frasi che sbocciano come aforismi rivelatori. Tornano i protagonisti che i lettori avevano già conosciuto nei precedenti libri e che potrebbero diventare personaggi straordinari in una storia più lunga e immaginifica, se sono fossero bloccati dal vincolo della veridicità: la tata che è stata come una madre – ora rifiutata dalle figlie – e poi Rinri, il fidanzato giapponese abbandonato a vent’anni, simbolo dell’amore idealizzato. A differenza di un comune diario di viaggio, qui il percorso è soprattutto interiore e quindi non coinvolge solo i luoghi, ma anche la partenza e il ritorno, che i globe trotter-cronisti spesso trascurano pur essendo fasi fondamentali nell’elaborazione soggettiva dell’esperienza.
 



 

Nessun commento:

Posta un commento