lunedì 24 novembre 2014

HANOI Adriana Lisboa


 
In una società multiculturale non esistono riferimenti monolitici e l’identità dipende da una combinazione di fattori. I personaggi di Adriana Lisboa nascono da queste poliedriche combinazioni culturali e s’incontrano sul piano della condivisione psicologica, all’interno del tessuto tipico del melting pot statunitense. David, figlio di un immigrato brasiliano e di una messicana, conosce Alex, una vietnamita di seconda generazione, nel giorno in cui gli viene diagnosticato un cancro. Inizia qui un duplice percorso, all’apparenza divergente: da un lato lui si distacca dal mondo materiale; dall’altro sembra assaporare gli affetti famigliari, nel momento in cui sa di doverli perdere. La sua vicenda e quella della ragazza s’intrecciano, trovando dei punti di contatto nel senso d’incompletezza che deriva dallo sradicamento e dalla difficoltà d’inserirsi in Paese respingente. “Hanoi” analizza le implicazioni soggettive dello stesso sommovimento storico che è alla base della poesia di Huong Nguyen. Nel processo di accettazione /esclusione la città annamita diventa un luogo mitico, evocato nei ricordi dei vecchi che sono partiti dal Vietnam per cercare la fortuna. Il romanzo si sposta quindi su diversi piani, sia temporali sia spaziali grazie all’uso di registri linguistici alternati: l’inglese diventa materno per chi è nato su suolo americano, mentre il vietnamita assume un valore musicale fino a far dimenticare la semantica. Il microcosmo interiore, modificato dagli eventi, riverbera in comportamenti nei quali ognuno si può rispecchiare, leggendoli attraverso la propria esperienza.
 


 

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